La storia del vetro

Il vetro nella preistoria:
L’uomo dell’ era preistorica conobbe certamente il vetro come prodotto naturale, quale per esempio, la lava solidificata e l’ ossidiana, simile al vetro nero da bottiglie che si trova in zone vulcaniche della Terra: molti oggetti degli uomini primitivi furono appunto ricavati dall’ ossidiana.

L'arte vetraria nell'antichità:
E' certo comunque che i più antichi oggetti di vetro vennero fabbricati nella Fenicia e nell’ Egitto. In Egitto sembra che l’ arte della fusione del vetro sia nata nella 17a dinastia: in questo paese raggiunse un alto grado di perfezione.

Sono stati ritrovati i resti di antiche vetrerie, che lavoravano le materia prime locali, sabbia e soda naturale.

I procedimenti e le sostanze usati erano noti solamente ai sacerdoti: era usata la tecnica della colatura negli stampi come quella dell’ immersione di oggetti di terracotta, vasi per esempio, nella pasta vitrea fusa; diversi colori, come l’azzurro, il giallo, l’arancio venivano incorporati nel materiale vetroso a scopo decorativo. Custodita nel segreto l’ arte vetraia non si trsmise in Grecia, gli stati che vollero utilizzarla dovettero ricorrere alle lusinghe e anche all’ inganno per accaparrarsi i più abili artigiani. Durante il periodo ellenistico, la produzione di oggetti di vetro aumentò. Il centro più importante per la produzione del vetro era Alessandria: qui nacque la tecnica di intagliare, a scopo decorativo, la superficie dell’ oggetto in vetro. Conquistato l’Egitto, i Romani scelsero i migliori vetrai e li condussero in Italia, dove venne inventata la “canna da soffio”, in ferro, usata tuttora. Ai tempi di Nerone il vetro era già un articolo di uso comune a Roma; in seguito, l’ industria vetraria si installo anche in altre località dell’ impero dove si trovava la sabbia adatta: in Spagna, in Gallia.

Il vetro nel medioevo:
Bisanzio portò la tecnica vetraria a un alto grado di sviluppo e conquistò il mercato vetraio mondiale dominando per circa 500 anni; a Bisanzio fu inventato il sistema di sovrapporre due strati di vetro di cui quello sottostante era ricoperto da un foglio d’ oro che traspariva in superficie. Durante l’epoca carolingia il vetro trovò impiego nelle finestre sotto forma di vetrate. Con l’invenzione dei listelli di piombo che servivano da supporto, si potevano formare figure come avviene nei mosaici. Nel XII e nel XIII secolo , con lo stile gotico, l’importanza delle vetrate colorate inserite nelle strutture architettoniche delle cattedrali, si accrebbe. Contemporaneamente si ebbe una vasta produzione di :coppe, vasi, bicchiere e calici.

Il vetro a Venezia, l'isola di Murano:
Caduta Bisanzio (1453), l’industria e l’arte del vetro continuarono a Venezia, dove avevano cominciato ad organizzarsi cinque secoli prima. Nel 1291 la repubblica di Venezia ordinò il trasferimento di tutte le fornaci, funzionanti in centro storico, nell'isola di Murano per motivi di sicurezza legati al timore di incendi. I prodotti dell’industria muranese acquistarono ben presto rinomanza mondiale. Venezia si era accaparrata i migliori artisti vetrai del mondo e ne era gelosissima:ogni loro tentativo di espatriare era severamente punito. Inizialmente celebre per la produzione di vetri per vetrate, tessere e conterie (perline di vetro per collane), Murano raggiunse nel XV secolo fama internazionale per la produzione di vetri soffiati dovuta ad artigiani specializzati di altissimo livello tecnico ed artistico. Nei secoli seguenti perfezionato l'impasto vitreo, fu possibile ottenere oggetti mirabili per leggerezza aerea. Tipici di Murano i vetri “a reticello”, “all’ avventurina”, “a ghiaccio”, “millefiori”, imitati in diversi paesi del mondo. Con la fine della repubblica veneziana la produzione di Murano venne quasi totalmente interrotta:rimase aperta solo qualche piccola officina. L’attività vetraria riprese in pieno nella seconda metà del XIX secolo: si formarono scuole per futuri maestri vetrai (famosa la famiglia dei Seguso).